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Alessandro Gassman, Fabrizio Bentivoglio, Gli Ultimi saranno Ultimi, Mai Dire Gol, Maria di Biase, Maschi vs Femmine, Massimiliano Bruno, Notte prima degli esami, Paola Cortellesi
GLI ULTIMI SARANNO ULTIMI – 2015 – MASSIMILIANO BRUNO
Dal regista di “quel film con Gassman” e “quell’altro film con Gassman“, una storia di cruda e triste realtà italiana: una donna incinta che perde il lavoro e fa disperati gesti per… riavere la sua vita di merda. Sì, insomma avete presente quei film americani in cui il protagonista alla fine realizza i suoi sogni perché ha puntato sempre più in alto? Ecco, il cinema italiano ti dice già da subito di lasciar perdere e, se proprio il SISTEMA ti dà la possibilità, lottare per riavere la merda di vita che avevi. Naturalmente non c’è miglior interprete per fare la mamma quarantenne disperata che Paola Cortellesi, una che più tenta di fare ruoli seri e più riesce magicamente a risultarmi insopportabile, con quella recitazione a metà tra fiction e teatro di bassa lega. Per buona parte del film dovremmo sopportare il suo monologo con sguardo in camera e trucco sciolto, palese eredità dell’origine teatrale dell’imprevedibile parabola narrativa, che, a quanto pare, non c’era altro modo di rendere filmicamente. Come anticipato, viene affiancata da Gassman che fa il solito romano perdigiorno e marpione (qual novità), l’obbligatorio personaggio di borgata capitolina (copyright Mibact) a cui bisognerebbe mettere i sottotitoli ché perfino io che son della zona ho problemi a capire cosa dica. La sceneggiatura segue binari oltremodo originali, non risparmiandosi anche il solito “argomento di moda che tra un anno sarà dimenticato da tutti”: in questo caso le antenne di Radio Maria che “inquinano” tutto il paese. Un elemento narrativo talmente importante che la seconda metà del film nemmeno sembra ricordarselo. In tutto ciò, c’è pure Fabrizio Bentivoglio nei panni di un carabiniere dal fosco passato trasferito dal nord ad Anguillara. Il suo è un personaggio che non si sa bene cosa c’entri e la cui parabola narrativa muore senza andare da nessuna parte. Non manca pure Maria di Biase, per la famosa serie “se non hanno fatto Mai Dire Gol non possiamo prenderli nel film” perché insomma, ok la Rai e la Regione Lazio ci danno i soldi ma un minimo di curriculum ci vuole, che diamine! Insomma, ci sono tutte le caratteristiche classiche del cinema italiano MPEGNATO: l’agrodolce che tanto ci pia(s)ce, la realtà che ti annulla a forza di mazzate, apprezzare orgogliosamente l’arrivare a fine mese, restare umili ma CON DIGNITAH. Non mancano poi sottili messaggi come “tuo padre sindacalista era solo un piantagrane, nella vita bisogna fare la pecora” (verbatim); tre candidature ai Nastri d’Argento ma nessun premio, peccato. Argomenti triti e ritriti nelle mani di sceneggiatori responsabili di capolavori come Maschi VS femmine e Notte prima degli Esami, un pedigree (pal) di tutto rispetto. Evitabile, mortale, inutile, ridicolo.
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