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anni rugg.jpgANNI RUGGENTI – 1962 – LUIGI ZAMPA

Quando hai la possibilità di riflettere sul fascismo, in epoca ancora utile, avendo a disposizione degli attori splendidi in grande forma, il risultato non può che essere spettacolare. Come dico sempre, quando la commedia all’italiana riusciva ad andare oltre i soliti argomenti di corna e relazioni sentimentali per interessarsi a qualcosa di più serio, allora venivano fuori le vere gemme che il tempo ha un po’ nascosto. Manfredi assicuratore in visita presso un paesello della Puglia viene scambiato per un gerarca fascista in ispezione segreta, con i risultati che è lecito immaginare: mentre l’intero paesello inizia a venerarlo come una divinità, questi scopre un sottobosco di ruberie e favori vari. Ovviamente il buon Nino da solo potrebbe reggere senza problemi l’intero film, ma viene accompagnato da pezzi da novanta come Moschin e Cervi, più soprattutto da Salvo Randone, che ha una parte piccola ma se la gioca con la sua estrema classe. Notevole anche la Merciér, davvero vivace e frizzante pur se relegata in secondo piano. La sceneggiatura unisce intelligentemente la commedia classica degli equivoci con diverse stilettate non solo al ventennio, ma anche a certi modi di comportarsi tipici italiani che non sono di certo cambiati né prima né dopo. La nota amara nel finale è un modo perfetto di chiudere una commedia che mira più a fare satira e riflettere su certi tipici modi del potentato italiano, piuttosto che a far ridere con gli equivoci.

7.5