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THE ROOM – 2003  – TOMMY WISEAU

L’attenzione per il pubblico, specialmente quello internettiano, per i fenomeni da baraccone che vanno sotto il genere di “worst movie ever” è una di quelle cose che meriterebbe un vero e proprio saggio a parte. Cosa attira così tanto la gente verso quel che viene definito come “divertimento non intenzionale”? E’ un discorso che va al di là del trash, sprofondando quasi nel ridicolo, nella parodia, in film come Troll 2 che ancora gli autori continuano a difendere a spada tratta. The Room è un caso parzialmente diverso, nel senso che Wiseau è un personaggio talmente strano e misterioso che lui stesso è passato dalla difesa estrema della sua opera al godersi semplicemente tutta la strana fama che è derivata. Ma com’è il film in sé? Se fossimo in grado di tagliare le QUATTRO scene di sesso, rigorosamente softcore per fortuna, condite da orrenda musica anni novanta che rompono i coglioni all’inverosimile, saremmo di fronte a un film estremamente consigliabile a chiunque voglia far pratica da critico cinematografico in erba. Sì, perché tutti i personaggi son talmente confusi, scritti male e dalle motivazioni annacquate che è un addestramento particolarmente necessario per chi vuole sviscerare questo mestiere, ancora meglio se si hanno velleità da sceneggiatore. Se vi volete solamente divertire, poi, ancora meglio perché tra “HAI MARK”, “HAI DOGGIE”, e il mitico “YOU’RE TEARING ME APAAHT LISAAAAA!” di scene ipercitabili e tranquillamente inseribili nella vita di tutti i giorni, ce ne sono a bizzeffe. Verso la fine il continuo intermezzo di riprese a casaccio di San Francisco diventa alquanto insopportabile, ma la storia sta andando (lentamente e con un tatto da sciame di vespe in un negozio di profilattici) verso la tragica conclusione che lascerà tutti estremamente contenti. Anche in questo caso, forse anche più del già citato aborto di Fragasso, The Room merita la fama che si è creato via internet, confermandosi uno di quei film da vedere in compagnia mentre ci si passa un pallone da football in allegria, si urla I DID NOT HIT HEEEER e si solidarizza col buon Tommy. L’oggettivo è n’altra storia.

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