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sevenchancesSEVEN CHANCES – 1925 – BUSTER KEATON

Mi era volato simpaticamente sotto il radar questo Keaton classico, tutt’ora piuttosto noto al pubblico specialmente per la scena della fuga del nostro dalle spose incazzate nere. Singola idea che poi verrà replicata in dodicimila altri film sul genere classico del “maldestro poraccetto deve sposare una tizia a caso per non perdere una golosa eredità”. Dopo una partenza tiepida, il film inizia ben presto ad animarsi (d’altronde sono solo 56 minuti) con la sequenza dove Buster si propone a dodicimila donne diverse con pochissimo successo e disastri continui. E’ un perfetto esempio di ritmo in crescendo, si parte con i sorrisi e si arriva a risate vere e proprie. Ancora meglio, ovviamente, il successivo immortale inseguimento dove il nostro si cimenta nei suoi classici stunt con alcune trovate che lasciano davvero a bocca aperta e ti fanno temere per la sua incolumità fisica. E mentale. Si finisce pure con un sorriso, nonostante l’ovvietà del tocco romantico finale. Spendo le ultime parole su quello che viene definito il “razzismo” del film, perché sarebbero presenti una serie di attori in blackface e qualche vaga battuta su tema razziale assolutamente innocua. Sì, ci sono, inutile negarlo d’altronde. In compenso, c’è da dire che le donne fanno una figura anche peggiore del nero americano medio, quindi beh, Seven Chances è razzista e sessista. DAJE BUSTER!

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